Il mio sogno di donna
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Alle soglie di questa transizione che probabilmente mai comincer?, sono
giunta al punto di considerare il viaggio di ogni donna transessuale
verso la completa femminilit? come "il sogno". Cosciente della brutale
realt? delle cose per le persone come noi, prima di intraprendere questo
viaggio verso l'autorealizzazione e durante il viaggio stesso, mi sono
stancata oltre ogni misura della costante aura di patologia e di
sofferenza che circondano il nostro divenire donne in corpo e in spirito.
Perci?, ho deciso scientemente di chiamare la mia transizione "il sogno".
Un sogno che pu? assumere varie forme, tutte che conducono allo stesso
traguardo: la femminilit?. Una serie di possibili viaggi in cui si
sorvola intenzionalmente sulla negativit? derivante dallo stigma sociale
e sulle difficolt? connesse al processo e, invece, le gioie del crescere
come donne bellissime di tutti i tipi vengono esaltate attraverso i vari
stadi della transizione, la cosa pi? incredibile che possa accadere a una
donna transessuale.
S?, sono una donna in un corpo di uomo. Lo so, in diversi gradi di
coscienza, da quando avevo otto anni. Ma in quegli anni, n? il posto in
cui questa coscienza si realizzava, n? il decennio, pur nella sua
incredibile libert? sessuale pre-AIDS, mi permettevano anche solo di
concepire il pensiero di essere donna. C'erano i soliti coglionazzi -e
coglionazze cripto-fasciste e pseudo-cattoliche- che non perdevano
l'occasione di fare battutine sceme e prendermi in giro quando qualche
volta le mie movenze non ricadevano nel mainstream eterosessuale, e
finiva l?. Dopo molti anni di totale asessualit? e disconnessione dal mio
essere, negli anni '90 del ventesimo secolo ho fatto coming out come uomo
gay, come orso. Anche se come uomo non mi dispiaccio, e mi ? anche
capitato di innamorarmi di un altro uomo gay, nel profondo della mia
anima in realt? sapevo che questo era un compromesso. Io non ero gay, e
non lo sono. Sono una donna etero. Ecco quello che sono.
Curiosamente, tuttavia, nel corso del tempo il mio diventare orso non ha
fatto altro che far riemergere la mia disforia di genere. Sin da molto
giovane, ero stata attratta da uomini maturi con la pancia. Da piccol*
ero decisamente un* feticista di pance. In spiaggia d'estate impazzivo a
guardare uomini che sarebbero potuti essere mio padre con queste pance
anche enormi mostrate con orgoglio e sfacciataggine. Quando intorno al
1997 ho cominciato a identificarmi come orso in maniera pi? decisa, il
passo da l? a voler ingrassare per essere pi? orso anch'io fu breve.
Cominciai ad ingrassare (il posto e l'epoca stavolta rendevano il tutto
praticamente una passeggiata). In breve tempo ingrassai di 15 kg, e
sviluppai una bellissima pancia maschile, della quale ero
orgogliosissima. In boxer maschili o pantaloncini, rimanevo minuti a
guardarmi nello specchio e ad accarezzarla. L'uomo con cui iniziai una
breve relazione poco tempo dopo impazziva per la mia pancia. Lui era
molto bello (o perlomeno cos? credevo io, decisamente scemunit*
dall'amore), e io da orso me ne innamorai perdutamente. Per qualche mese
(prima della fine ingloriosa della nostra relazione), mi sembr? di avere
mille volte quello che avevo sempre desiderato. Ero grass*, amavo un uomo
e ne ero ricambiat*, mi vedevo non bell*, bellissim*.
Ma in fondo, molto in fondo, dopo anni di completa disconnessione, sotto
la cenere i tizzoni ancora ardevano...
Maris
- 09.02.2021
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