Svegliarsi la mattina dopo tra le braccia di Achref 2
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Svegliarsi La Mattina Dopo Tra Le Braccia Di Achref free porn video
Svegliarsi la mattina dopo tra le braccia di Achref, ricevendo una cascata
di baci di uomo innamorato, fu meraviglioso. Negli ambienti gay, si dice
che gli uomini arabi siano in apparenza amanti piuttosto rudi, interessati
solo a fottere un bel culo, ma che poi in privato si lascino andare a
espressioni di incredibile dolcezza e tenerezza. Achref non faceva
eccezione. Nei cinque anni in cui per lui ero stata prevalentemente,
appunto, un culo da penetrare a piacimento, comunque mi aveva sempre
mostrato un grado di attenzione, in primis evitando di farmi male ogni
volta che facevamo l'amore. Ma adesso la sua attenzione era diventata un
vero sentimento, tenero e attento. Achref aveva abbracciato la mia
femminilit? in toto, senza se e senza ma. E mi aveva chiaramente detto che
mi avrebbe sostenuta e aiutata in ogni passo della transizione verso la
femminilit? completa. Per molti versi, essendo stato io gay passivo, per
il solo fatto di avermi penetrata Achref gi? mi aveva in qualche modo
femminilizzata, marcata come territorio. Lui mi aveva sempre considerata
"sua". E lo vedevo chiaramente nelle scenate di gelosia pazzesche che mi
piantava ogni volta che gli dicevo che avevo fatto "la scema" con
qualcuno. Quando gli comunicai la mia decisione di essere donna, lui cap?
che, in realt?, io come vero uomo avevo avuto solo lui, e fu grato del mio
amore. In cinque anni, infatti, non lo avevo mai tradito. E non ne avrei
avuta ragione, poich? con lui avevo trovato la dimensione giusta per la
mia femminilit?, prima della transizione.
Ma quello che mi entusiasmava di pi? era che, da alcuni discorsi fatti la
sera prima, Achref sembrava aver abbracciato il mio progetto di vita da
donna possibilmente con pi? convinzione di me. La cosa mi rendeva molto
felice. Con Achref mi ero sempre sentita molto donna, ma altres?
sottomessa, in qualche misura devota a lui. Che lui decidesse di prendere
un certo controllo del processo, fungendo da ispirazione per il mio
sviluppo femminile, costituiva per me la naturale evoluzione di questo
sentimento. In una certa misura, consideravo la mia devozione ad Achref
una forma di elevazione spirituale. Da donna trans, non avevo mai troppo
amato certe istanze femministe di libert? ed emancipazione. O meglio,
rispettavo le idee di tutt*, ma nella mia sacra libert? ritenevo di dover
essere in qualche misura sottomessa al mio uomo, servendolo e adorandolo.
E intendevo portare avanti queste mie idee con determinazione.
Ci alzammo, e io come una brava moglie preparai il caff? al mio uomo. Lui
lo beveva sempre amaro, per gustarlo di pi?. Prima che io potessi dire
alcunch?, fu Achref a prendere la parola e a dirmi: "Vedi, Ophelia mia, so
perfettamente che tu vuoi essere sottomessa a me, al tuo uomo. Io sono un
uomo arabo, e la ritengo una cosa giusta, perch? credo che una donna debba
servire il suo uomo con devozione e obbedirgli. Tuttavia, tu per me sei
una creatura speciale. Sei la mia prima e unica donna, e pur nel rispetto
delle mie prerogative di uomo, desidero che tu viva la tua femminilit?
apertamente, con gioia e solarit?. S?, sar? io a dettare una parte delle
regole della tua femminilizzazione, perch? mi compete, per? tutti i passi
della tua transizione avverranno in modo che tu, ed io per tuo tramite,
raggiungiamo la massima felicit?. Voglio che noi due siamo una coppia
felice, amore mio." Credere alle mie orecchie in quei momenti era la cosa
pi? difficile che io avessi mai potuto fare. Troppe emozioni contrastanti,
lacrime di estasi femminile che si addensavano nei miei occhi, ma ancora
una volta non volevo piangere. Non era il momento. Decisi allora di
abbassare la testa, in segno di rispetto, verso il mio uomo, guardando il
pavimento, a sancire quella devozione che gli dovevo, e la mia
riconoscenza per quelle parole bellissime. Achref si avvicin?, teneramente
mi mise la mano sul mento, mi alz? la testa e con l'alito ancora odoroso
di buon caff? mi baci? con tutta la passione del mondo. E come sempre, le
sue dolcissime labbra poi scivolarono sul collo fino a adorarmi i
capezzoli (essendo il mio seno ancora acerbo, non portavo reggiseno) e poi
gi? e gi? fino alla pancia e all'ombelico. La felicit? esisteva, pensai in
quel momento, mentre il mio uomo mi inondava il corpo di sensualit? e di
amore. In fondo, era bastato far venire fuori la mia vera natura dopo 35
anni, e sebbene il cammino davanti a me si preannunciava lungo e
complesso, quel momento tra di noi sarebbe stato per sempre la ricompensa
pi? bella. Non ? difficile essere felici, se solo si ? disposti a
lasciarsi andare e a seguire la propria verit?, per quanto difficile possa
essere o sembrare.
E venne il momento per Achref, il mio uomo, di uscire e andare al lavoro.
E per me di passare la giornata pi? fantastica della mia vita di donna.
Tamera
- 28.05.2022
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